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ISTRUZIONI




Una buona pronuncia si basa principalmente su due pilastri: articolazione e dizione. La prima si occupa essenzialmente della ‘chiarezza’ nella pronuncia delle parole, la seconda della ‘correttezza’ di questa pronuncia. Quantunque non trascureremo di affrontare alcuni aspetti di articolazione, dobbiamo chiarire subito che l’obiettivo primario di questo corso è la dizione o, più correttamente, l'ortoepia (che significa 'pronuncia corretta', proprio come ortografia significa 'scrittura corretta').

Quattro sono i ‘punti caldi’ della dizione italiana:
- la scelta tra la ‘è’ aperta (come in 'bèllo') e la ‘é’ chiusa (es. 'avére') nella pronuncia delle parole;
- la scelta tra la ‘ò’ aperta (es. 'tròppo') e la
ó’ chiusa (es. 'calóre') nella pronuncia delle parole;
- la scelta tra la ‘s’ sorda (es. 'asso') e la ‘s’ sonora
(es. 'smetto') nella pronuncia delle parole;
- la scelta tra la ‘z’ sorda (es. 'pazzo') e la ‘z’ sonora
(es. 'zig zag') nella pronuncia delle parole.

Per rendere più facile ed intuitiva la lettura, le vocali accentate ‘e’ ed ‘o’ in questo corso sono color-coded: il colore
verde indica ‘pronuncia aperta’ (come in 'bèllo', 'tròppo'), mentre il colore blu indica ‘pronuncia chiusa’ ('avére', 'calóre').
Per quanto riguarda la pronuncia della ‘s’ e della ‘z’, il colore
rosso indica ‘consonante sorda’ ('spazio'), mentre il colore viola indica ‘consonante sonora’ ('smetto', 'zig zag').

Le ‘e’ e le ‘o’ colorate sono solamente quelle su cui cade l’accento.
Infatti, vale la regola generale che tutte le vocali non accentate all’interno di una parola vengono sempre pronunciate chiuse.
Ad esempio, la parola ‘segretam
énte’ ha quattro ‘e’, ma il dubbio sulla pronuncia può sorgere solo sulla penultima, che è quella su cui cade l’accento. Per le altre ‘e’ non si pone alcun dubbio: poichè non sono accentate, si pronunciano sicuramente chiuse: ségrétaménté. Analogamente, la parola intraprendènte si pronuncia intrapréndènté. Eccetera.

Il corso consta di cinquantaquattro brani, da leggere a voce alta più volte, uno per giorno. Non potete esimervi dalla lettura a voce alta, non sottovoce e tantomeno col solo pensiero.
Solo ‘ascoltando’ la vostra voce acquisirete gli automatismi della pronuncia corretta.
Quattro lezioni di approfondimento aiuteranno a puntualizzare ed integrare il contenuto delle lezioni, corredando l'apprendimento con qualche informazione e curiosità.
Infine, un'appendice in cinque parti propone alcuni esercizi di articolazione da svolgere parallelamente alle lezioni del corso per non trascurare questo importante aspetto della pronuncia.

La prima regola è quella di non avere fretta!
Un brano al giorno è più che sufficiente. Ricordatevi che non si tratta di leggerlo una sola volta, ma di ripeterlo ed ascoltarlo ripetutamente, ‘masticandolo e ruminandolo’...

La difficoltà maggiore, all’inizio, sarà che ‘suonerete strani’ a voi stessi e anche a chi vi stesse ascoltando. Ma non cadete nell’ingiustificato timore di sembrare ridicoli. Provate a guardare un film: sicuramente gli attori stanno pronunciando correttamente, ma se non ci fate caso quasi non ve ne accorgete. Perchè, allora, quando parlate voi dovreste essere ridicoli? La risposta è che non lo siete affatto. Nessuno è ridicolo quando fa le cose correttamente.
Nel caso qualche conoscente dovesse guardarvi in modo strano la prossima volta che vi sentirà pronunciare una parola in modo diverso da come avete sempre fatto, spiegategli semplicemente che state imparando a pronunciare correttamente le vocali. Magari riuscirete ad incuriosirlo, e allora gli farete qualche esempio.

La durata del corso è di circa due mesi. Nulla vi vieta, tuttavia, di fermarvi e rileggere i brani precedenti invece di andare avanti. Ci metterete un po’ di più, ma che fretta c’è?
Quello che dovreste evitare, invece, è di lasciare passare dei giorni senza esercitarvi. Piuttosto esercitatevi anche solo per due minuti, ma non tralasciate del tutto.

Cercate poi di utilizzare fin da subito, nel linguaggio di tutti i giorni, le parole che avete imparato a pronunciare correttamente. Evitate invece di pronunciare diversamente da come siete abituati le parole sulla cui pronuncia non siete certi. Non c’è niente di peggio che pronunciare in modo scorretto una parola che siete abituati a pronunciare correttamente!

Infine, non demoralizzatevi mai, anche quando avrete l’impressione di non fare passi avanti.
Di solito il discente è anche disposto ad imparare le regole, ma si fa prendere dallo sconforto di fronte alle (numerose) eccezioni. In effetti, nelle note ai brani verranno segnalate le regole via via incontrate, con l’indicazione delle relative eccezioni. Ma queste indicazioni sono fornite più che altro per sodisfare la vostra curiosità, e non affinchè le impariate tutte a memoria! Accontentatevi di ripetere tante volte i testi dei vari brani. Imparare la pronuncia è una questione di abitudine e di costanza, non di memoria! Vi accorgerete di poter assimilare ogni cosa senza troppi sforzi...


Pronti? Via!



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