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ESERCIZI DI ARTICOLAZIONE: MODULAZIONE DELLA VOCE




Non c’è niente di più soporifero e tedioso di una voce piatta e monocorde.
Parlare con un tono di voce monotono, sempre uguale, significa distruggere qualunque cosa si voglia dire.
Per mantenere l’attenzione di un ascoltatore la voce deve variare continuamente, con opportune modulazioni di velocità, di intensità e di tono.

esercizio 20
Esercitiamoci dapprima a modulare la velocità della nostra voce. Si tratta, beninteso, di una modulazione lieve, quasi impercettibile, senza bisogno di mettersi ‘a correre’ in modo innaturale, nè di partorire le parole con lentezza esasperante.
Ogni discorso esprime alcune ‘frasi chiave’, che ne racchiudono l’essenza, e una serie di altre frasi che introducono, collegano, contestualizzano e specificano il contenuto delle frasi chiave. È evidente che sarà opportuno accelerare in quelle parti del discorso che funzionano da ‘contorno’, e rallentare nelle parti chiave.
Pronunciamo ad esempio questa frase:

Detto questo, possiamo passare alla seconda parte del nostro sommario, che ha come idea centrale la seguente: non è possibile ottenere risultati concreti senza una opportuna preparazione.

È chiaro che la prima parte, fino ai due punti, va pronunciata più velocemente; mentre l’ultima parte, dopo i due punti, va pronunciata più lentamente.

esercizio 21. Pause.
La variazione di velocità deve prevedere anche dei momenti di ‘velocità zero’, ossia delle vere e proprie pause. Le pause sono elementi fondamentali in qualunque discorso, perchè ne valorizzano il contenuto e creano suspence. Molte persone, erroneamente, sono prese dalla fretta di concludere e tendono a parlare con un ritmo troppo accelerato, escludendo del tutto le pause. Anzi, quando non viene loro una parola, preferiscono pronunciare fastidiosi versi (del tipo ‘aeeeeeeeeeeehm’) piuttosto che interrompere il flusso della voce.
Niente di più sbagliato. Quando non ci viene una parola, dobbiamo stare zitti e pensare con calma. Ma le pause non servono solo in questa occasione: devono essere inserite ‘a effetto’ in opportuni momenti del discorso, per dare peso maggiore a quanto appena detto.
Pronunciamo ad esempio questa frase velocemente e senza pause

Non c’è che una pena comminabile ad un criminale di tale efferatezza: la più grave. Per questo chiedo, Vostro Onore, che l’imputato sia condannato a morte.

Pronunciamola ora modulando la velocità e inserendo le pause.

(media lentezza) Non c’è che una pena comminabile ad un criminale di tale efferatezza
(pausa, per creare suspence)
la più grave
(pausa, per valorizzare quanto detto, facendolo ‘risuonare’ nel silenzio)
(più velocemente).
Per questo chiedo
(breve pausa)
Vostro Onore
(breve pausa)
che l’imputato sia condannato a morte
(pausa lunga).

L’effetto è ben diverso, no?

esercizio 22
La modulazione di intensità (ossia di volume della voce) seguono pressappoco lo stesso andamento delle modulazioni di velocità. Le parti più importanti di un discorso, quelle pronunciate lentamente, saranno anche pronunciate a intensità superiore. Le parti pronunciate velocemente, saranno anche pronunciate a intensità inferiore.
Cionondimeno, una brusca variazione di intensità è anche un ottimo mezzo per richiamare l’attenzione e tenere sveglio l’auditorio. In questo caso si interverrà su parole o frasi di introduzione o congiunzione del discorso.
Ad esempio consideriamo la frase:

E fin qui sembrerebbe tutto chiaro ma c’è un ma: questo provvedimento era tenuto segreto.

La pronunciamo in questo modo:

(molto velocemente, con velocità ed intensità crescente)
E fin qui sembrerebbe tutto chiaro MA
(il ‘ma’ è pronunciato a volume altissimo, ed è seguito da una pausa di ‘suspence’)
(la voce rallente e l’intensità si abbassa bruscamente)
c’è un ma
(altra pausa di suspence)
(l’intensità si alza di poco)
questo provvedimento era tenuto segreto.

In questo modo abbiamo sicuramente ‘svegliato’ il nostro uditorio.

esercizio 23
La modulazione di tono si basa sulla considerazione che ciascuno di noi dispone di tre toni: un tono grave, un tono medio ed un tono acuto (che sono detti rispettivamente basso, baritono e tenore nell’uomo; contralto, mezzosoprano e soprano nella donna).
Ciascuno di questi tre toni può essere utilizzato con moltissime inflessioni, ossia leggere sfumature che determinano suoni completamente diversi. Ricordiamoci comunque che stiamo sempre parlando di una voce di petto, e non di testa.

L’esercizio classico che viene fatto per esercitare queste inflessioni è quello della scala di pianoforte.
Si pronuncia la solita ‘o’ chiusa e prolungata, con voce di petto e cercando di eseguire la nota ‘do’ più grave che riusciamo a pronunciare.
Quindi cerchiamo sul pianoforte il ‘do’ di gravità corrispondente al nostro tono grave,
spostiamo le dita sui tasti fino alla nota ‘si’ (verso i toni acuti, naturalmente) attraverso tutte le note (lasciamo perdere le seminote), e andiamo di pari passo con la voce cercando di riprodurre il suono che sentiamo. Quindi torniamo indietro fino al do grave.

scala grave:
do(1) re mi fa sol la si la sol fa mi re do(1)

Facciamo lo stesso esercizio con la scala immediatamente successiva, che corrisponde al nostro tono medio

scala media:
do(2) re mi fa sol la si la sol fa mi re do(2)

E infine, se ci riusciamo, anche con la scala ancora successiva, che corrisponde al nostro tono acuto

scala acuta:
do(3) re mi fa sol la si la sol fa mi re do(2)

Attenzione a non ricorrere alla voce di testa pur di eseguire la scala acuta. Piuttosto, è meglio rinunciarci.
Proviamo adesso tutta la scala dei toni dal più grave al più acuto e viceversa.

scala completa:
do(1) re mi fa sol la si do(2) re mi fa sol la si do(3) re mi fa sol la si
si la sol fa mi re do(3) si la sol fa mi re do(2) si la sol fa mi re do(1)

Per finire, dobbiamo esercitarci a passare da un tono all’altro senza seguire la gradualità di queste scale. L’esercizio consisterà dunque, individuate le tre ottave che riusciamo a riprodurre con la voce, a schiacciare tasti a caso sul pianoforte e a riprodurre il suono con la voce.
Ad esempio:

do(1) si(2) re(1) sol(3) do(3) do(2) fa(1) fa(3) sol(2) si(2) fa(1) re(2) mi(3)




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